Si intitola “Come eravamo – Taccuino introduttivo dell’amarcord salentino” il nuovo libro del giornalista Raffaele Polo, inserito nella collana I Taccuini per i tipi de Il Raggio Verde edizioni.
Anteprima a Lecce, il 15 aprile ore 19, nella Sala del Teatrino della Biblioteca “N. Bernardini” (ex Convitto Palmieri, piazzetta Carducci) con una serata evento che vedrà gli interventi di Antonio Leo Vice presidente della Provincia di Lecce e dello scrittore Mauro Marino responsabile dell’associazione culturale “Fondo Verri”. La serata, moderata da Maria Antonietta Vacca presidente di Leccecronaca.it e dalla giornalista Antonietta Fulvio, sarà impreziosita dalle letture a cura delle attrici Sandra Maggio e Clara Camisa. A seguire un piccolo buffet gentilmente offerto da Mokaffe.
Sarà come ritornare indietro nella Lecce degli anni Settanta e ritrovare le atmosfere contenute nel libro del giornalista leccese che ripercorre le strade della memoria, rintracciando suoni, profumi e personaggi di un tempo e le storie evaporate al sole come gocce di pioggia primaverile. La Primavera dei sentimenti che ci rendevano felici con poco sembrerà ritornare tra le mura dell’ex Convitto: a distanza di anni, vi fa ritorno Raffaele Polo che da alunno della classe 3 D, nel giugno 1965, firmava il suo primo articolo su “La Fucina” il giornale della scuola media statale “Ascanio Grandi”. All’epoca tredicenne scriveva: “L’avvenire è per me una cosa incerta, un libro da sfogliare lentamente con l’animo sospeso” concludendo l’articolo sognando di varcare un giorno la soglia della sua vecchia scuola. Oggi quel luogo è una fucina di eventi e di cultura, grazie all’impegno e alla dedizione di chi quotidianamente apre le porte e lascia spazio all’immaginazione.
Il libro, impreziosito dalle foto di Michele Piccinno che ci conduce tra le strade della Lecce antica, è – come recita il sottotitolo – un taccuino introduttivo dell’amarcord salentino e offre al lettore un vero e proprio viaggio a ritroso nel tempo. «Raffaele, – scrive il fotografo nell’introduzione – grazie ai suoi ricordi, così fluidi da sembrare una sorgente inesauribile di quel vissuto che appartiene un po’ a tutti coloro che hanno avuto la ventura di essere giovani nei favolosi anni ‘70, è riuscito a valicare quel limite temporale della realtà e a dare anima e corpo non solo a vecchie foto, ma anche ai miei fantasmi del passato».
Una carrellata di cose, sensazioni e profumi quasi perduti. A cominciare dalla “salame”, al krapfen, dai calzoni ai rustici fumanti come il buon caffè Quarta icona della salentinità insieme alla cotognata dei Cesano, diventata poi la cotognata leccese di Oronzo De Matteis che ancora oggi delizia i palati più raffinati. Ma anche il profumo dei libri usati o quello dell’inchiostro della boccettina dove si intingeva il pennino… nelle centosessantasei pagine di “Come eravamo” c’è un concentrato di ricordi che talvolta fa sorridere e fa bene al cuore, come il rituale della spedizione di biglietti di auguri e lettere quando mai avremmo potuto immaginare di poter essere costantemente connessi via what’App, messenger, telegram e via dicendo.
E, a proposito di connessioni, Raffaele Polo ricorda la vivacità del mondo della comunicazione nel Salento, dalle esperienze in radio alle prime tv locali, passando per le testate giornalistiche e gli uomini e donne che hanno raccontato la storia di quegli anni e che continuano a raccontare questo territorio nei suoi innumerevoli aspetti, potenzialità e contraddizioni in un tempo che fagocita tutto velocemente. Il mondo è cambiato profondamente in poco più di mezzo secolo. “Come eravamo” però non è solo il racconto nostalgico di chi quegli anni li ha vissuti, sentiti. È il riannodare i fili con la memoria, attraverso microstorie che raccontano la storia di un tempo caratterizzato dalla genuinità di certe sensazioni, è il ritrovare l’identità più autentica quando sogni e speranze erano la nostra più grande ricchezza. E la promessa di una felicità raggiungibile.
Lo confermano le parole in postfazione di Giuseppe Puppo direttore di Leccecronaca.it: «Ho scoperto di essere felice e non sapevo di esserlo, solo da poco, da quando Raffaele Polo, ‘pezzo’ per ‘pezzo’, settimana dopo settimana, ha scritto su Leccecronaca – devo dire in modo magistrale e con un riscontro sempre partecipato, a tratti addirittura commovente, dei lettori – questo diario del nostro ‘come eravamo’, questa biografia collettiva della mia e della sua generazione, e di tutti quelli diventati a poco a poco grandi a Lecce fra gli anni Sessanta e gli anni Settanta.»
Laureato in Lettere e in Pedagogia, Raffaele Polo è giornalista e collabora con diverse testate tra cui il “Nuovo Quotidiano di Puglia”, “Leccecronaca.it”, “Arte e Luoghi”.
Si occupa da sempre di scrittura, critica d’arte, poesia dialettale e teatro. Autore di numerosi libri in cui da sempre il Salento è luogo della memoria e scenografia in cui far muovere i suoi personaggi tra Storia, mistero, realtà e immaginazione. Tra le sue ultime pubblicazioni: “Altre Storie dal Salento”, Lupo editore; “Le Leccecronache”, “Edoardo e l’ultimo sogno”, QDB edizioni; “Le improbabili indagini dell’Ufficiale Rizzo”, Robin Edizioni.
Per i tipi de Il Raggio Verde ha pubblicato “LecceCronache dal Coronavirus”, “Taccuino introduttivo alla Letteratura salentina”, “Il Grande Bang”, “L’Arte nel Salento – taccuino introduttivo”.
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